In corso un'indagine conoscitiva alla camera per ascoltare i rilievi che arrivano dal mondo sportivo. Buona parte dell'impianto potrebbe essere rimesso in discussione

Si complica ulteriormente il percorso della riforma dello sport, varata dal decreto legislativo n. 36 del 2021 (attuativo dell'articolo 5 della legge n. 89 del 2019) come modificato dal d.lgs. 163/2022. 

Come noto, l’entrata in vigore delle norme che interessano il lavoro sportivo è stata procrastinata al 1° luglio 2023 con il Decreto Milleproroghe, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 22 dicembre.

Il 31 gennaio 2022, dopo circa un mese dalla notizia della proroga, alla Camera dei Deputati è stata deliberata dalla Commissione VII “Cultura, scienza e istruzione” e dalla Commissione XI “Lavoro pubblico e privato” un’indagine conoscitiva sulle tematiche afferenti il lavoro sportivo per verificare l'impatto su di esso delle nuove norme. 

L’obiettivo è quello di dare ascolto a tutti gli operatori del mondo sportivo che vivono diverse problematiche, anche a causa dell’emergenza pandemica e della crisi energetica, per garantire una riforma del lavoro sportivo chiara, efficiente ed efficace.

Riforma dello sport, le criticità individuate nel testo normativo

Che cosa significa? Che sono state individuate delle criticità importanti, come ad esempio:

  • maggiori costi derivanti dagli obblighi di legge sulla contrattualizzazione del lavoro, che potrebbero essere insostenibili per molti sodalizi sportivi;
  • la criticità dell’abolizione del vincolo sportivo;
  • la mancata diversificazione delle varie figure operanti nel mondo dello sport;
  • la previsione secondo cui le associazioni e società dilettantistiche possono esercitare attività diverse da quelle principali solo in presenza di determinate condizioni, non essendoci corrispondenza nelle indicazioni del CCNL.

 

Nell’ambito di quest’indagine, che si chiuderà entro il 30 aprile 2023, sono state effettuate audizioni, e altre se ne effettueranno, con il Ministro per lo sport e i giovani e il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, oltre che con rappresentanti del Coni, delle Federazioni sportive e delle altre istituzioni coinvolte ed esperti e studiosi della materia.

Tutto viene dunque rimesso in discussione e diverse ipotesi, da una nuova proroga a un intervento normativo, sono sul tavolo. Nel testo della deliberazione si legge che è necessario “rivedere la disciplina del lavoro sportivo, ad oggi molto frammentata, stabilendo regole chiare, applicabili a tutto il settore e alla galassia associativa che lo compone, al fine di realizzare una riforma che rappresenti le istanze di tutti gli interlocutori coinvolti”.

Riforma dello sport, le preoccupazioni del Coni

Nel corso delle ultime settimane, alcune audizioni con esponenti di rilievo delle istituzioni ed esperti della materia sono già andate in scena. Il 1° marzo davanti alle Commissioni riunite si è presentato Giovanni Malagò, presidente del Coni.

"Siamo consapevoli che dar vita a una riforma organica non sia più un fatto procrastinabile, è doveroso che chi lavora nello sport veda riconosciuti i propri diritti – ha affermato a tal proposito il numero uno dello sport italiano -. Tuttavia, la riforma culminata nell'adozione del decreto legislativo 36 del 2021, e più volte rinviata, è stata influenzata anche da spinte demagogiche, in parte populistiche, oltre che da alcune disposizioni secondo noi frettolose e non proprio ponderate".

Malagò ha espresso preoccupazione soprattutto per quanto riguarda l’impatto economico della riforma su società e associazioni sportive. "Il punto cruciale della riforma sportiva - ha aggiunto Malagò - è di coniugare la tutela dei diritti dei lavoratori con la sostenibilità economica e finanziaria delle misure adottate. Non si è riusciti a quantificare gli oneri di questa riforma. La forchetta è talmente ampia che non può non esserci preoccupazione". 

Riforma dello sport, il punto di vista delle Regioni

Nel corso dell’indagine conoscitiva sulle tematiche riguardanti il lavoro sportivo, sono intervenuti alla Camera dei deputati la coordinatrice della Commissione Lavoro e il coordinatore della Commissione Sport della Conferenza delle Regioni.

In materia di Riforma dello sport è stato richiesto un intervento per il miglioramento del sistema dell’istruzione e formazione professionale dei lavoratori sportivi, prevedendo anche misure di agevolazione per la frequenza ai corsi di studio, incluso il riconoscimento di crediti formativi per l’attività sportiva, valida anche come attività di tirocinio e stage ai fini del conseguimento dei titoli di studio.

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