La racchetta è entrata nelle nostre vite fin dall'epoca dei Romani e oggi sono tante le discipline che ne fanno uso, dal tennis al padel. Eccoli.

Dagli antichi Romani fino al padel, la racchetta è uno strumento con una storia che sembra non tramontare mai. Originariamente costituita da un’unica pala di legno, le prime vere racchette da tennis con le corde vennero realizzate soltanto nel 1874 e per quasi un secolo non furono oggetto di grandi innovazioni.

Nel 1957 René Lacoste (sì, proprio quello delle famose polo con il coccodrillo!) ne brevettò una in metallo e, a partire dai primi anni ’70 l’azienda americana Wilson iniziò la produzione di massa. L’acciaio fu poi sostituito dall’alluminio e infine dalla grafite e altre leghe composite, che la rendono oggi un attrezzo leggero, maneggevole e all’avanguardia.

Ma se pensate che gli sport da racchetta si riducano agli smash di Djokovic e Sinner, allora rimarrete stupiti dalla varietà di discipline che comprende. Wikipedia ne conta una trentina, ma, tralasciando le variazioni dei principali, possiamo identificare, oltre al tennis, il badminton, il tennistavolo (o ping pong), lo squash, il raquetball e il padel. Qualcuno vi include anche tamburello, palla pugno e lacrosse.

Le differenze tra l’uno e l’altro, ovviamente, sono tante. Dal campo ai punteggi, dalle regole al tipo di palla o racchetta utilizzata. Le cose in comune per quasi tutte queste declinazioni sono che si può giocare singolarmente o in coppia, che la palla viene colpita soltanto con le racchette e non con le mani o altre parti del corpo e che lo scopo del gioco è far cadere la palla nel campo avversario. In quasi tutte queste discipline (a esclusione di squash e raquetball) vi è una rete che divide il terreno di gioco a metà, evitando il contatto fisico diretto.

Una delle particolarità del tennis è il modo di segnare il punteggio: 15-30-40 e vittoria del game. Pare che derivi dalla quanto un giocatore potesse avanzare dal fondo del campo ogni volta che segnava un punto (misura espressa in piedi). 

Ciò che caratterizza il badminton è invece senza dubbio il volano al posto della palla da colpire. Sembra che questo gioco sia nato oltre duemila anni fa in India e Cina, dove è ancora molto praticato. È uno sport molto veloce, visto che il volano può raggiungere i 300 km orari.

Il tennistavolo fu brevettato dall’elettricista inglese James Devonshire nel 1885, ma non prese piede fino al 1900 a causa della poca giocabilità. Le prime palline, infatti, erano in gomma o in sughero e i rimbalzi erano o incontrollabili o troppo scarsi. Fu solo con l’avvento della plastica e della celluloide che il gioco iniziò a piacere e prese il nome di “ping pong”, dal suono dei rimbalzi.

Gli inglesi sono hanno dato il nome anche allo squash, dal verbo “schiacciare”. È proprio questo lo scopo dei giocatori, vale a dire tirare la pallina a tutta forza contro il muro cercando di indirizzarla tra due linee orizzontali. È consentito farla rimbalzare anche sulle pareti laterali. 

Simile è il raquetball, ideato nel 1949 da Joseph Sobeck mescolando le regole dello squash e della pallamano. In questa variazione l’area di gioco si estende, oltre al pavimento, anche ai muri e al soffitto. Attualmente è diffuso prevalentemente negli Stati Uniti; in Italia la maggior parte dei campi adatti al racquetball non sono aperti al pubblico perché si trovano nelle basi militari americane.

Infine il padel o paddle, uno dei più giovani della categorie, nato negli anni ’60 in Messico quando Enrique Corcuera, desideroso di costruirsi un campo da tennis nella sua residenza di Acapulco, si trovò a fare i conti con il poco spazio. Ebbe allora l’idea di considerare la cinta murari parte integrante del campo da gioco. 

Il padel è tra gli sport più popolari in America Latina, ma negli ultimi decenni anche in Europa. In Italia è arrivato “ufficiosamente” nel 1991 con la creazione della Federazione Italiana Gioco Padel – FIGP, ma è soltanto nell’ultimo lustro che ha veramente appassionato tutti, con un boom di nuovi campi costruiti che, a novembre 2022, erano già oltre i 5.200 in tutta la penisola. 
 

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